
MONTEVERDI WORLD
La magia del divin Claudio alle più diverse latitudini
Guo Gan, ehru
Fabio Turchetti, bandoneon
Alberto Venturini, percussioni e chalumeau
Musiche di C. Monteverdi, T. Merula
Il programma:
Tarquinio Merula (1595-1665)
Da Curtio precipitato et altri capricii (1638)
Sentirete una canzonetta
Non ha’l regno d'amor
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Da Quarto scherzo delle ariose vaghezze (1624)
Ohimè ch'io cado
Dal Lamento d’Arianna (1608)
Lasciatemi morire
Tarquinio Merula (1595-1665)
Da Curtio precipitato et altri capricii (1638)
Folle è ben che si crede,
Hor ch'è tempo di dormire,
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Da Madrigali guerrieri et amorosi
Il lamento della ninfa
Tarquinio Merula (1595-1665)
Da Curtio precipitato et altri capricii (1638)
Conza lavez
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Da Quarto scherzo delle ariose vaghezze (1624)
Si dolce tormento quarto scherzo
Da Scherzi musicali (1607)
Damigella tutta bella
Tarquinio Merula (1595-1665)
Da Curtio precipitato et altri capricii (1638)
Non mi chiedete o fidi amici
Da Canzoni a quattro voci per sonare con ogni sorta de strumenti musicali (1615)
Canzon sopra ‘La Monteverde’
NOTA
Il progetto “Monteverdi world” nasce dal presupposto che la magia della musica del divin Claudio funzioni anche se suonata dagli strumenti di un qualsiasi continente della terra. Preziosa in questo senso la rodata collaborazione di Turchetti con Guo Gan, maestro del violino cinese a due corde (ehru) che vanta un curriculum da star. L'attenzione di Turchetti per la musica di Tarquinio Merula e il barocco cremonese risale al 2007 quando insieme al suo ensemble ha registrato al teatro Filo il progetto “Capricci cremonesi” che prevedeva anche il coinvolgimento mattutino degli studenti. Guo Gan, come del resto Turchetti e Venturini, è un musicista profondamente legato alle proprie radici. Forti di questi legami hanno accettato insieme la sfida di mettersi in gioco affrontando un repertorio ormai divenuto classico con un approccio inusuale. Il termine “world” in questo senso rivela un'attitudine a fare della musica un terreno di incontro e di scambio tra culture lontane e diverse.
Nel programma, oltre a pezzi più conosciuti, una chicca in dialetto locale (Conza lavez) tratta da “Curtio precipitato ed altri capricii” di Tarquinio Merula (Libro secondo, Venezia 1638) e un brano strumentale sempre di Merula intitolato “la Monteverde” che il trio rivisita come omaggio finale.