Monteverdi e Caravaggio

sonar stromenti e figurar la musica

Lo stile compositivo di Monteverdi e l’apporto di novità che egli introduce è, almeno in parte, esito di una parallela evoluzione degli strumenti. La mostra Monteverdi e Caravaggio, sonar stromenti e figurar la musica, al Museo del Violino di Cremona, dall’8 aprile al 23 luglio 2017, ricostruirà l’orchestra dell’Orfeo attraverso strumenti originali dell’epoca di Monteverdi, selezionati seguendo le indicazioni annotate nelle prime edizioni a stampa dell’opera, eseguita la prima volta esattamente 410 anni fa.
La partitura prevede infatti un organico ben definito: “duoi gravicembali, duoi contrabassi de viola, dieci viole da brazzo, un’arpa doppia, duoi violini piccoli alla francese, duoi chitaroni, duoi organi di legno, tre bassi da gamba, quattro tromboni, un regale, duoi cornetti, un flautino alla vigesima seconda, un clarino con tre trombe sordine”. L’elenco non solo testimonia le consuetudini musicali dell’epoca ma anticipa le tendenze del barocco in Italia, con l’affermazione delle viole da braccio su quelle da gamba.
Gli strumenti in mostra sono stati scelti secondo criteri di valore filologico ed estetico e provengono dalle maggiori collezioni italiane e internazionali. Particolare attenzione è stata posta nella ricerca di esemplari conservati o riportati, grazie al restauro, in condizioni originali, senza gli interventi che, nei secoli successivi, si sono rivelati necessari per affrontare i repertori sette e ottocenteschi. Laddove questo non sia stato possibile, a fianco dello strumento ammodernato, sarà presentata una copia nella configurazione tardo rinascimentale.
L’esposizione - a cura di Fausto Cacciatori, Lorenzo Girodo, Massimiliano Guido, Renato Meucci e Virginia Villa - troverà posto all’interno del percorso museale, onde sottolineare le affinità che già tra XVI e XVII secolo legano liuteria e musica. Si potrà anche ripercorrere la nascita del violino grazie alla famiglia cremonese Amati e rileggere il contributo delle scuola bresciana, testimoniata dall’opera di Gasparo da Salò e Giovanni Paolo Maggini, e veneziana.
L’Orfeo di Monteverdi, ha un lieto fine: il suo eroe diventa simbolo dell’amore che supera la morte. Il ruolo apollineo e salvifico della musica ispira diverse rappresentazioni pittoriche. Tra le più famose è certamente Il Suonatore di Liuto di Caravaggio. Sarà esposta la tela originale, proveniente da una collezione privata, mentre applicazioni multimediali permetteranno interessanti confronti con le altre versioni del quadro, dall’analisi della tecnica interpretativa in funzione delle diverse disposizioni delle corde e delle dita all’esecuzione degli spartiti ritratti nei diversi dipinti.
Durante il periodo della mostra, in collaborazione con le altre istituzioni cittadine, verranno organizzate conferenze e incontri su temi di carattere organologico, di prassi esecutiva ai tempi di Monteverdi.

 

Concerto inaugurale mostra Monteverdi e Caravaggio

Auditorium Giovanni Arvedi (Museo del Violino) - Cremona
venerdì 7 aprile, ore 21.00

LA BELLA PIÙ BELLA

Musiche di G. Caccini, B. Ferrari, C. Monteverdi, L. Rossi, B. Strozzi

Roberta Invernizzi, soprano
Franco Pavan
, liuto e tiorba

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